domenica 29 luglio 2012
mercoledì 11 luglio 2012
martedì 10 luglio 2012
FEMMINICIDI : una semplice opinione
La mia anima, tutto il mio essere è in un corpo di donna e con esso
percepisco la realtà, mi esprimo e vivo. Tutto ciò dovrà pur significare
qualcosa, anche fosse ( e non lo è) solo ciò che mi spinge a ricercare l’altro
da me, per capire o affidarmi ad esso per ciò che lo distingue da me.
La rivoluzione del movimento delle donne, iniziata nel Novecento, ha
cambiato radicalmente il mondo.
L’impegno per l’emancipazione e la liberazione delle donne si è diffuso con
modalità diverse in ogni luogo.Non si possono negare le ripercussioni di tutto ciò; nella nostra
società viviamo l’affermarsi di mutate condizioni delle relazioni familiari,
fra uomo e donna, anche nella relazione con i figli. Sono cambiate consuetudini
e modi di vivere e di sentire.
La condizione della donna abbraccia ogni parte del mondo e torna
frequentemente nelle denunce e nelle rivendicazioni, purtroppo ancora
faticosamente riconosciute, nello “scontro” fra civiltà, in atto ovunque.
Anche se a fatica, gli uomini non possono più non costatare un
cambiamento nell’ esprimersi dell’amicizia o dell’amore fra loro stessi e le
donne. Siamo ormai e non solo per fortuna, al tramonto del vecchio modo di
relazionarsi fra i sessi basato sulla indiscutibile supremazia maschile.
Ma i passi sono ancora lenti e del tutto sulla pelle delle donne. Una
urgenza di cambiamenti richiede il modificarsi dei fondamenti delle civiltà in
modo inesorabile, basato radicalmente sui mutati rapporti fra uomo e donna.
Nella nostra sociètà tutto ciò genera un evidente spaesamento negli
uomini che reagiscono in modo violento e contrario al cambiamento generato
dalla rivoluzione delle donne.
L’uomo, nell’incapacità di riflessione, di autocoscienza, di una ricerca
approfondita sulla propria sessualità e sulla natura della relazione con le
donne e direi pure con gli stessi altri uomini, non rinuncia ancora alla sua
antica attitudine alla violenza.
Un'altra questione inquietante assolutamente da sottolineare, è il
proliferare della mentalità e dei comportamenti ispirati da fondamentalismi di
varia natura religiosa, etnica e politica, che si accompagnano a perpetrarsi di
una visione autoritaria e maschilista dei ruoli.
Ogni giorno viviamo inorridite fatti di cronaca che evidenziano ancora una
volta una volontà di dominio e di accanimento sul nostro corpo e sulla nostra
mente.
Anche nella nostra società intera, nella politica e nella comunicazione
di massa ricade la colpa di tutto ciò. Molti sarebbero i discorsi da fare. Ma
non è di quelli che voglio sottolineare l’urgenza. Noi donne abbiamo bisogno di
atti concreti da parte di tutti e in particolare dagli uomini anche e
soprattutto da quelli che ci vivono accanto e che beneficiano di tutta la
nostra intelligenza e bellezza interiore.
Quando gli uomini si prenderanno la responsabilità morale di tutto ciò?
Spesso nei dibattiti pubblici la matrice della
violenza patriarcale e sessuale è stata riferita a culture e religioni diverse
dalla nostra,dimenticando facilmente che anche la nostra società occidentale
non è stata e non è a tutt’oggi immune da questo tipo di violenza.
Quante volte si deve ripetere che occorre un maggiore ruolo delle
istituzioni pubbliche, sino alla costituzione come parti civili degli enti
locali e dello stato nei processi per violenze contro le donne?
L’apparente silenzio
del movimento delle donne, a riguardo è, in realtà, un' accorata intenzione di
dire basta non più attraverso le semplici parole, ma con un’azione che ci porta
a cercare in tutti i modi di entrare attivamente nella mondo della politica,
nella stanza dei bottoni tanto cara al potere maschile, per far sì che si cambi
il modo di pensare la società, affrontando finalmente un discorso di parità di
diritti fra i sessi e di pari dignità. Ma già si sa che i signori della
politica ( quale politica?) non faranno spazio tanto facilmente.Credo, quindi, che oggi sia necessario un salto di qualità, una presa di coscienza collettiva.
Lo sguardo maschile – pensiamo anche alle organizzazioni sindacali – non
vede ancora adeguatamente la grande trasformazione delle nostre società
prodotta negli ultimi decenni dal massiccio ingresso delle donne nel mercato
del lavoro.
Mi auguro che si apra finalmente una riflessione pubblica tra gli
uomini, nelle famiglie, nelle scuole e nelle università, nei luoghi della
politica e dell’informazione, nel mondo del lavoro. Una riflessione comune
capace di determinare una sempre più riconoscibile svolta nei comportamenti
concreti di ciascuno di noi.
E non da ultimo, accanto a tutto ciò, credo sia assolutamente necessaria
anche una educazione alle emozioni che la vita ci porta, una educazione
all’amore rivolta a tutti, piccoli e grandi, uomini e donne, anche se a queste
ultime, bisogna riconoscerlo, spesso appartiene una intelligenza affettiva di
genere .
M. donna di mondo.
M. donna di mondo.
Campagna contro la Violenza sulle Donne
Da quando hai dato quel primo
schiaffo,
giustificandolo come schermaglia
amorosa.
Da quando hai pestato a sangue un
tuo amico,
perché aveva guardato troppo la
donna che stava con te.
Da quando deridi la tua compagna,
umiliandola davanti hai tuoi amici.
Da quando passeggi mano nella mano
con una donna con un occhio nero,
fiero come un padrone.
Da quando torni a casa dal lavoro,
sfruttato e maltrattato,
e mandi all'ospedale tua moglie a
forza di botte.
Da quando irrompi nell'amore di due
donne lesbiche,
dicendo che manca loro, un vero uomo
come te.
Da quando con i tuoi amici hai
violentato una ragazzina,
accusandola di essere una che ci
sta.
Da quando tuo figlio,
ha costretto ad un rapporto sessuale
una compagna di scuola,
e tu l'hai chiamata “ ragazzata”.
Da quando chiami tua figlia brava
ragazza,
e le figlie degli altri puttane.
Da quando non affitti casa ad una
sporca negra,
e poi la vai a cercare per farci
sesso.
Da quando uccidi ferocemente
la tua ex moglie, amante, fidanzata,
compagna,
in nome del vostro perduto amore.
Da quando obblighi una bambina
a temere un gesto affettuoso
di un padre, un fratello, un amico,
un vicino.
Da quando costringi una donna,
ad aver paura della solitaria notte.
Da quando forzi la mitezza di una
donna,
inducendola ad armarsi per
difendersi da te.
Da quando chiami amore la violenza.
Da quell'attimo
Da quell'ora
Da quel mese
Da quell'anno
Da quel secolo
Sei Un Violento
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