martedì 10 luglio 2012

FEMMINICIDI : una semplice opinione


Affermare che siamo prima di tutto persone, accantonando il ruolo fondamentale della differenza sessuale, penso sia un discorso molto superficiale o volutamente inculcato da una morale che, ancora una volta, si rifiuta di affrontare l’essere umano nella sua imprescindibile interezza.
La mia anima, tutto il mio essere è in un corpo di donna e con esso percepisco la realtà, mi esprimo e vivo. Tutto ciò dovrà pur significare qualcosa, anche fosse ( e non lo è) solo ciò che mi spinge a ricercare l’altro da me, per capire o affidarmi ad esso per ciò che lo distingue da me.
La rivoluzione del movimento delle donne, iniziata nel Novecento, ha cambiato radicalmente il mondo.
L’impegno per l’emancipazione e la liberazione delle donne si è diffuso con modalità diverse in ogni luogo.Non si possono negare le ripercussioni di tutto ciò; nella nostra società viviamo l’affermarsi di mutate condizioni delle relazioni familiari, fra uomo e donna, anche nella relazione con i figli. Sono cambiate consuetudini e modi di vivere e di sentire.
La condizione della donna abbraccia ogni parte del mondo e torna frequentemente nelle denunce e nelle rivendicazioni, purtroppo ancora faticosamente riconosciute, nello “scontro” fra civiltà, in atto ovunque.
Anche se a fatica, gli uomini non possono più non costatare un cambiamento nell’ esprimersi dell’amicizia o dell’amore fra loro stessi e le donne. Siamo ormai e non solo per fortuna, al tramonto del vecchio modo di relazionarsi fra i sessi basato sulla indiscutibile supremazia maschile.
Ma i passi sono ancora lenti e del tutto sulla pelle delle donne. Una urgenza di cambiamenti richiede il modificarsi dei fondamenti delle civiltà in modo inesorabile, basato radicalmente sui mutati rapporti fra uomo e donna.
Nella nostra sociètà tutto ciò genera un evidente spaesamento negli uomini che reagiscono in modo violento e contrario al cambiamento generato dalla rivoluzione delle donne.
L’uomo, nell’incapacità di riflessione, di autocoscienza, di una ricerca approfondita sulla propria sessualità e sulla natura della relazione con le donne e direi pure con gli stessi altri uomini, non rinuncia ancora alla sua antica attitudine alla violenza.
Un'altra questione inquietante assolutamente da sottolineare, è il proliferare della mentalità e dei comportamenti ispirati da fondamentalismi di varia natura religiosa, etnica e politica, che si accompagnano a perpetrarsi di una visione autoritaria e maschilista dei ruoli.
Ogni giorno viviamo inorridite fatti di cronaca che evidenziano ancora una volta una volontà di dominio e di accanimento sul nostro corpo e sulla nostra mente.
Anche nella nostra società intera, nella politica e nella comunicazione di massa ricade la colpa di tutto ciò. Molti sarebbero i discorsi da fare. Ma non è di quelli che voglio sottolineare l’urgenza. Noi donne abbiamo bisogno di atti concreti da parte di tutti e in particolare dagli uomini anche e soprattutto da quelli che ci vivono accanto e che beneficiano di tutta la nostra intelligenza e bellezza interiore.
Quando gli uomini si prenderanno la responsabilità morale di tutto ciò?
Spesso nei dibattiti pubblici la matrice della violenza patriarcale e sessuale è stata riferita a culture e religioni diverse dalla nostra,dimenticando facilmente che anche la nostra società occidentale non è stata e non è a tutt’oggi immune da questo tipo di violenza.
Quante volte si deve ripetere che occorre un maggiore ruolo delle istituzioni pubbliche, sino alla costituzione come parti civili degli enti locali e dello stato nei processi per violenze contro le donne?
L’apparente silenzio del movimento delle donne, a riguardo è, in realtà, un' accorata intenzione di dire basta non più attraverso le semplici parole, ma con un’azione che ci porta a cercare in tutti i modi di entrare attivamente nella mondo della politica, nella stanza dei bottoni tanto cara al potere maschile, per far sì che si cambi il modo di pensare la società, affrontando finalmente un discorso di parità di diritti fra i sessi e di pari dignità. Ma già si sa che i signori della politica ( quale politica?) non faranno spazio tanto facilmente.
Credo, quindi, che oggi sia necessario un salto di qualità, una presa di coscienza collettiva.
Lo sguardo maschile – pensiamo anche alle organizzazioni sindacali – non vede ancora adeguatamente la grande trasformazione delle nostre società prodotta negli ultimi decenni dal massiccio ingresso delle donne nel mercato del lavoro.
Mi auguro che si apra finalmente una riflessione pubblica tra gli uomini, nelle famiglie, nelle scuole e nelle università, nei luoghi della politica e dell’informazione, nel mondo del lavoro. Una riflessione comune capace di determinare una sempre più riconoscibile svolta nei comportamenti concreti di ciascuno di noi.
E non da ultimo, accanto a tutto ciò, credo sia assolutamente necessaria anche una educazione alle emozioni che la vita ci porta, una educazione all’amore rivolta a tutti, piccoli e grandi, uomini e donne, anche se a queste ultime, bisogna riconoscerlo, spesso appartiene una intelligenza affettiva di genere .
M. donna di mondo.

Campagna contro la Violenza sulle Donne

Da quando hai dato quel primo schiaffo,
giustificandolo come schermaglia amorosa. 

Da quando hai pestato a sangue un tuo amico,
perché aveva guardato troppo la donna che stava con te. 

Da quando deridi la tua compagna,
umiliandola davanti hai tuoi amici. 

Da quando passeggi mano nella mano
 con una donna con un occhio nero,
fiero come un padrone. 

Da quando torni a casa dal lavoro, sfruttato e maltrattato,
e mandi all'ospedale tua moglie a forza di botte. 

Da quando irrompi nell'amore di due donne lesbiche,
dicendo che manca loro, un vero uomo come te. 

Da quando con i tuoi amici hai violentato una ragazzina,
accusandola di essere una che ci sta. 

Da quando tuo figlio,
ha costretto ad un rapporto sessuale una compagna di scuola,
e tu l'hai chiamata “ ragazzata”. 

Da quando chiami tua figlia brava ragazza,
e le figlie degli altri puttane. 

Da quando non affitti casa ad una sporca negra,
e poi la vai a cercare per farci sesso. 

Da quando uccidi ferocemente
la tua ex moglie, amante, fidanzata, compagna,
in nome del vostro perduto amore. 

Da quando obblighi una bambina
a temere un gesto affettuoso
di un padre, un fratello, un amico, un vicino. 

Da quando costringi una donna,
ad aver paura della solitaria notte. 

Da quando forzi la mitezza di una donna,
inducendola ad armarsi per difendersi da te. 

Da quando chiami amore la violenza. 

Da quell'attimo

Da quell'ora

Da quel mese

Da quell'anno

Da quel secolo


Sei  Un  Violento